L'unione fa la forza. Avranno pensato a questo vecchio adagio Ry X, Adam Freeland e Steve Nalepa, stimati producer (e non solo) anglosassoni, nel momento in cui hanno pensato di fondare i The Acid.
Un concetto, quello della fusione, che si estende fino a Liminal, opera prima del trio e portagioie in cui sono stati riposti alcune fra le trovate elettroniche meglio riuscite dell'ultimo lustro: un falsetto che si adagia fra luccichii r'n'b e sinistri manufatti post-dubstep, incalzando il movimento delle chitarre, a loro volta indecise se infilare le proprie corde dentro perle drone e imitazioni folk (Basic Instinct) o attorcigliarle intorno a tremanti polsi pop e pugni ''berlinesi''. Un lavoro di assoluto valore, paragonabile ad un prezioso ornamento da indossare in una serata speciale. Elegante nella materia, fragile nei materiali.
Un concetto, quello della fusione, che si estende fino a Liminal, opera prima del trio e portagioie in cui sono stati riposti alcune fra le trovate elettroniche meglio riuscite dell'ultimo lustro: un falsetto che si adagia fra luccichii r'n'b e sinistri manufatti post-dubstep, incalzando il movimento delle chitarre, a loro volta indecise se infilare le proprie corde dentro perle drone e imitazioni folk (Basic Instinct) o attorcigliarle intorno a tremanti polsi pop e pugni ''berlinesi''. Un lavoro di assoluto valore, paragonabile ad un prezioso ornamento da indossare in una serata speciale. Elegante nella materia, fragile nei materiali.