Non è un caso che Oy, nome d'arte di Joy Frempong, abbia una certa assonanza al tipico òh di meraviglia, perché è questo il sentimento che prevale in tutti i cinquanta minuti di No Problem Saloon. Un tempo in cui ci si trova catapultati, come un un Alice all'inseguimento del Bianconiglio, in un mondo multicolor, lepido e versatile, interamente retto sull'equilibrio fra la musica africana e quella della contemporaneità occidentale. La cantante svizzero-ghanese intreccia corde vocali (spoken-word, soul, utilizzo di filtri e testi ad ampio raggio) e stili (le registrazioni live fatte in giro per il Continente Nero sono state sottoposte a vari ''trattamenti'' d'elettronica homemade) creando un melting pot che non fa una grinza. Ci si diverte, è indubbio, ma se ne esce fiacchi e non solo per la carica energetica che accompagna le tracce. Òh, vale la pena recuperarlo.