The Talking Bugs - ViewOfANonsense

Fatevi una passaggiata ai Giardini Margherita di Bologna in pieno autunno, verso l'ora del tramonto, e avrete una cartolina di ViewOfANonsense: nove melodie bagnate di atrabile, le vibrazioni delle chitarre a scuotere le foglie cadute sui giardini all'inglese (nell'aria i sapori acri del new acoustic movement che fu), con un velo di ritmiche acquee ed elettroniche a bagnarti le scarpe. In parole povere, il suono preciso e leggero degli emiliani (più percussionista marocchino) The Talking Bugs mette in corrispondenza il folk di terre lontane dallo Stivale con una scarna indietronica, strizzando l'occhio al Nuovo Mondo (l'andamento reggae di My Wounds, gli echi argentini di Solitude (Dancing With Her) e del preludio di I Don't Know Why) e vagamente al Medio Oriente. Viste le numerose cartoline, non resta che lasciarsi trasportare con la (e dalla) mente.

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